La cannabis terapeutica come antipsicotico? È una delle possibili potenzialità della sostanza che, negli ultimi anni, è stata al centro degli studi dei ricercatori di tutto il mondo, che ne stanno analizzando gli effetti benefici nel trattamento di diverse patologie. Tra queste anche la schizofrenia, contro la quale il cannabidiolo (CBD), il composto non psicoattivo della cannabis, sembra dimostrarsi efficace.

I primi studi

Il primo studio in materia risale al 2012, pubblicato dalla rivista Translational Psychiatry. Un gruppo di ricercatori mise confronto il CBD e l’amisulpride, un potente antipsicotico, usato tradizionalmente per trattare la schizofrenia. Si trattava di uno studio clinico randomizzato in doppio cieco: i pazienti, divisi in due gruppi, vennero trattati con cannabidiolo o con amisulpride. I risultati mostrarono significativi miglioramenti clinici in entrambi i casi, dimostrando come il CBD non fosse inferiore all’antipsicotico tradizionale nel trattamento della schizofrenia acuta. “Questi risultati- conclusero i ricercatori- suggeriscono che il cannabidiolo è efficace nel migliorare i sintomi psicotici quanto l’amisulpride antipsicotico standard”. Non solo. Lo studio sottolineò anche che il cannabidiolo era associata a meno effetti collaterali e a una miglior tollerabilità. Il CBD, conclusero i ricercatori, “esercita effetti antipsicotici clinicamente rilevanti che sono associati a una marcata tollerabilità e sicurezza, rispetto ai farmaci attuali”.

Successivamente, nel 2014, un altro studio pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology, tornò ad analizzare le potenzialità del CBD come antipsicotico. Per farlo, alcuni ricercatori olandesi e britannici presero in considerazioni 66 studi precedenti che si occupavano del rapporto tra cannabidiolo e psicosi. Il composto della cannabis, conclusero gli scienziati, “può avere proprietà antipsicotiche”, offrendo diversi vantaggi rispetto ai farmaci tradizionali, tra cui l’assenza di effetti collaterali evidenti. Infatti, “prove provenienti da diversi domini di ricerca suggeriscono che il CBD mostra un potenziale per il trattamento antipsicotico”.

I test più recenti

Anche nel 2018, alcuni studiosi effettuarono una ricerca, pubblicata su The American Journal of Psychiatry, che prendeva in considerazione 88 pazienti affetti di schizofrenia, ai quali venne somministrato CBD o un placebo per sei settimane, oltre al farmaco antipsicotico tradizionale. Gli scienziati hanno valutato i sintomi e le prestazioni cognitive prima e dopo il trattamento.

I risultati hanno mostrato che, dopo sei settimane, “il gruppo trattato con CBD presentava livelli più bassi di sintomi psicotici, rispetto ai pazienti a cui era stato somministrato un placebo. Non solo. “I pazienti che hanno ricevuto CBD- conclusero gli studiosi- hanno anche mostrato miglioramenti nella performance cognitiva e nelle condizioni generali”. Inoltre, il CBD è stato ben tollerato.

Questi studi dimostrano le potenzialità della cannabis terapeutica (e in particolare del cannabidiolo) nel trattamento dei sintomi legati alla schizofrenia, rendendo il CBD un nuovo possibile farmaco antipsicotico. Una possibilità che dovrà essere confermata da nuovi e ulteriori studi.