La Repubblica di San Marino ha approvato il decreto per l'autorizzazione della cannabis terapeutica, dalla coltivazione al commercio.

Dopo circa un anno e mezzo dalla ratificazione della legge in materia, è stato finalmente approvato il tanto atteso decreto. Si tratta di un importante passo avanti nella direzione di attivare un settore che è stato identificato dai sammarinesi come una potenziale opportunità di sviluppo e investimento.

Indipendenza dalle quote italiane

L'Agenzia Sammarinese per il Controllo della Cannabis, istituita all'interno dell'Autorità Sanitaria, ha dedicato mesi di lavoro che hanno permesso in primis l'autonomia dall'Italia per quanto riguarda le quote annuali di produzione e, quindi, ad avere un rapporto diretto con l'International Narcotics Control Board di Vienna.

Il decreto approvato dal Governo Sammarinese rappresenta un piccolo ma sostanziale passo avanti: è composto da quattordici articoli che illustrano le condizioni per la concessione dell'autorizzazione (l'Agenzia di Controllo supervisionerà la concessione dell'autorizzazione) per la coltivazione, la lavorazione e il commercio di canapa, semilavorati, infiorescenze e medicinali derivati.

Le norme per la coltivazione delle piante medicinali prevedono la descrizione della varietà approvata dalle direttive dell'Unione Europea (UE), l'indicazione della quantità di raccolto che verrà prodotta in un anno e la stesura di un manuale di coltivazione che risponda agli standard delle "buone pratiche di coltivazione e raccolta" dell'UE. Inoltre, è importante notare i particolari delle piante, così come le misure di sicurezza sancite dalla Gendarmeria. Queste piante saranno coltivate in serre con sistemi aero, idro o acquaponici.

La distribuzione di farmaci a base di cannabis richiederà l'autorizzazione dell'Autorità Sanitaria. È necessario monitorare l'intero processo di produzione, che deve essere tracciabile fino al punto vendita e deve essere obbligatoriamente etichettato e codificato sulla confezione del prodotto. Inoltre, devono essere delineati i requisiti di condotta etica per il titolare dell'attività di coltivazione, il direttore tecnico e il personale, soprattutto in relazione a eventuali reati in materia di stupefacenti.

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