Il cannabidiolo (CBD), fitocannabinoide non psicoattivo derivato dalla pianta di Cannabis sativa, continua a suscitare un crescente interesse nel campo della neurologia per le sue potenziali proprietà neuroprotettive.

Il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide (SEC), un sistema di segnalazione lipidica che regola una serie di funzioni biologiche, tra cui l'umore, l'apprendimento, la memoria, l'attenzione, il sonno, l'appetito e perfino la percezione del dolore. Il SEC è composto da recettori cannabinoidi di tipo 1 (CB1) e di tipo 2 (CB2), endocannabinoidi ed enzimi metabolici. Il CBD ha una bassa affinità per i recettori CB1 e CB2, ma modula l'attività dei recettori attraverso vari meccanismi indiretti.

Gli effetti neuroprotettivi del CBD

Il CBD ha dimostrato di avere proprietà neuroprotettive, che si riferiscono alla sua capacità di preservare la salute neuronale e di prevenire o ritardare la degenerazione dei neuroni. Questi effetti sono particolarmente rilevanti nel contesto delle malattie neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer e il morbo di Parkinson, che sono caratterizzate proprio da una progressiva perdita di neuroni.

Uno dei principali meccanismi attraverso i quali il CBD esercita i suoi effetti neuroprotettivi è la riduzione dell'infiammazione. L'infiammazione cronica nel cervello è un fattore chiave in molte condizioni neurologiche, tra cui la depressione, l'ansia e nelle malattie neurodegenerative. Il CBD ha dimostrato di avere proprietà antinfiammatorie che possono essere attribuite alla sua capacità di modulare l'attività del sistema immunitario e di ridurre la produzione di citochine pro-infiammatorie.

Il Cannabidiolo ha anche dimostrato di avere proprietà antiossidanti che possono aiutare a proteggere i neuroni dallo stress ossidativo, causato da un eccesso di radicali liberi, molecole instabili che possono danneggiare le cellule. Questo è particolarmente rilevante nel cervello, dove lo stress ossidativo può portare a danni neuronali e contribuire allo sviluppo di malattie neurodegenerative.

Inoltre, il CBD può influenzare la neurogenesi, il processo di produzione di nuovi neuroni nel cervello. Questo processo è fondamentale per la funzionalità del cervello e la sua capacità di adattarsi a nuove informazioni ed esperienze. Il CBD può fungere da promotore della neurogenesi, riducendo potenzialmente il danno alle funzioni cognitive causato da età, malattia e traumi. Infine, può influenzare l'apoptosi, ossia la morte cellulare programmata. Mentre l'apoptosi è un processo normale e necessario per la salute del corpo, un'eccessiva morte cellulare può portare a danni ai tessuti e alle funzioni organiche. Il CBD può aiutare a regolare questa funzione, proteggendo i neuroni dalla morte prematura.

Interazione tra CBD e Memoria

La memoria è una funzione cognitiva fondamentale che permette agli individui di codificare, immagazzinare e recuperare le informazioni. In questi anni, la ricerca scientifica si sta concentrando a verificare come e quale impatto ha il CBD sulla memoria e sta emergendo che gli effetti possono variare a seconda del tipo di memoria in questione e del contesto specifico. Più nello specifico, il cannabidiolo ha dimostrato di poter influenzare positivamente:

  • Memoria Contestuale: si riferisce alla nostra capacità di ricordare le circostanze specifiche o il contesto in cui un evento si è verificato
  • Memoria a breve termine: o memoria di lavoro, è il tipo di memoria che utilizziamo per mantenere le informazioni attive per brevi periodi di tempo.
  • Memoria a Lungo Termine: si riferisce alla nostra capacità di conservare e recuperare le informazioni per lunghi periodi di tempo. Questo tipo di memoria è fondamentale per la nostra identità e per la nostra capacità di ricordare le esperienze passate.

Il CBD come agente terapeutico

Le terapie a base di cannabinoidi possono intervenire nel rallentare la progressione delle patologie neurologiche e neurodegenerative, migliorando la qualità di vita del paziente (stato cognitivo, motricità ed equilibrio) e controllando dolore e infiammazione, spesso presenti nel quadro clinico.

Come spesso ricordiamo, per comprendere appieno gli effetti del CBD sul cervello e sulla memoria, servono ancora diversi studi. Tuttavia, l’attuale letteratura sul tema suggerisce che il CBD ha un potenziale significativo come agente neuroprotettore ed offre un nuovo approccio per il trattamento di una serie di condizioni neurologiche.

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