Quando si parla di dolore neuropatico si fa riferimento a una lesione o a una disfunzione nel sistema nervoso periferico o in quello centrale. La nevralgia può presentarsi in più modi, dal formicolio alla sensazione di bruciore, ma anche sottoforma di ipersensibilità al tatto dove anche un lieve tocco può risultare molto doloroso.

Il dolore neuropatico fa dunque riferimento alla sofferenza di tessuto nervoso. Si parla di neuropatia acquisita - quando questa è dovuta a traumi o patologie – o di neuropatia ereditaria. Vi è anche un gruppo chiamato neuropatie idiopatiche, ossia dalle cause non note. Le neuropatie acquisite si presentano nel caso di patologie come fibromialgia, nevralgia del trigemino, neuropatia diabetica, ma anche vulvodinia, cervicobrachialgia e lombosciatalgia.

Trattamenti contro il dolore neuropatico

È fondamentale comprendere la natura del dolore neuropatico prima di poter pensare al trattamento che può variare a seconda del disturbo specifico. Spesso il trattamento inizia con l’uso di farmaci e, se presenti, vengono anche trattati fattori psicologici come ansia e depressione, che possono notoriamente contribuire al dolore. Altrettanto importante è la fisioterapia, che mira a far muovere al paziente la parte dolorante per prevenire atrofizzazione dei muscoli e migliorare o mantenere l’ampiezza del movimento delle articolazioni.

Il ruolo della cannabis terapeutica

Nel trattamento del dolore neuropatico gioca un ruolo fondamentale la cannabis terapeutica. Il Ministero della Salute ha individuato gli ambiti di applicazione dei preparati a base di cannabis che risultano sufficientemente supportati da studi clinici e, tra questi, vi è l'impiego contro il dolore cronico e di quello associato a sclerosi multipla e a lesioni del midollo spinale.

C’è un fattore da non sottovalutare: si stima che il dolore cronico con componenti neuropatiche affligga tra il 6 e il 10% della popolazione mondiale. I trattamenti farmacologici attuali offrono benefici sostanziali solo per poche persone, spesso con effetti avversi che superano i benefici. Ecco perché la cannabis – in particolare THC e CBD – è oggetto di continue ricerche: è necessario esplorare altre opzioni di trattamento con diversi meccanismi d'azione.

Diversi studi e revisioni sono disponibili nella letteratura medica. Il più recente sul tema è iniziato nel 2020 – ed è tutt’ora in corso – e mira a definire il dosaggio ottimale di THC e CBD per il trattamento del dolore neuropatico, contribuendo contestualmente a dimostrare l’efficacia della cannabis a uso medicinale. La particolarità di questo studio? È stato sovvenzionato direttamente dal governo olandese per 1,9 milioni di euro ed è ora condotto dal Centre of Human Drug Research e del Leiden University Center.

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