La vulvodinia è un disturbo dei genitali esterni femminili. colpisce le donne di tutte le età, con particolare incidenza nella fascia 18-35. può presentarsi con sintomi differenti che si acutizzano durante i rapporti sessuali e in fase successiva.

Tali sintomi, però, possono non risultare particolarmente rilevabili durante la visita ginecologica, causando così a chi ne soffre anche problemi a livello emotivo. Infatti, non avendo un riscontro fisico della patologia, la persona affetta può sentirsi invalidata, oltre a non poter considerare legittimo il dolore accusato in assenza di una corretta diagnosi medica.

Sebbene sia una condizione particolarmente diffusa, della vulvodinia non sono ancora state scoperte le cause scatenanti, tuttavia la comunità scientifica è d’accordo su una correlazione tra fattori fisico-biologici e psicologici. In particolare, la vulvodinia si manifesta soprattutto in corrispondenza del vestibolo vaginale, venendo così definita vestibolare vulvare o vestibolodinia. Particolarmente ricco di terminazioni nervose, il vestibolo vulvare colpito da questa condizione può apparire infiammato e di dimensioni maggiori del solito. Anche infezioni pregresse, soprattutto se non diagnosticate e non sottoposte alle necessarie cure, oscillazioni ormonali, traumi subiti (situazioni che vanno dal parto a episodi di abusi fisici) e contratture possono influire negativamente sullo stato di salute della vulva, portando all’insorgenza di dolori anche di grande intensità

Cosa comporta?

La vulvodinia compare con una sensazione di fastidio o dolore, di tipo continuo o ricorrente, della regione vulvare. Chi ne è affetto può provare bruciore, gonfiore o una sensazione simile a quella dovuta a un’abrasione da sfregamento, che sembra migliorare nel periodo delle mestruazioni. In presenza di traumi pregressi, come quelli dovuti al parto o alla contrazione della muscolatura per stress o cause psichiche dovute ad abusi fisici, si possono inoltre creare delle vere e proprie contratture. A ciò il corpo reagisce con un’attivazione muscolare più intensa del normale, un cosiddetto ipertono. Come una contrattura di un qualsiasi muscolo del corpo, il muscolo della vulva reagisce alla sollecitazione con un dolore netto quando si trova sotto sforzo, come accade di consueto durante un normale rapporto sessuale.

Se di per sé la vulvodinia non comporta a livello fisico una condizione particolarmente pericolosa, può però influire sulla psicologia di chi ne è affetta, andando a intaccare non solo il benessere quotidiano ma anche il rapporto con il partner. Questo stato psicologico può conseguentemente sfociare nell’ansia e depressione, fino a diventare debilitante. Diventa dunque necessario andare a ricercare le cause scatenanti di questa patologia, in modo da poter agire prima di acuire le sensazioni dolorose, fisiche e psicologiche, della donna che ne è affetta

Cannabis e Vulvodinia

Date le molteplici implicazioni a livello fisico ed emotivo della vulvodinia è importante trovare a livello sintomatologico una soluzione che permetta di gestire con maggior serenità questa situazione. L’utilizzo della Cannabis terapeutica nei casi di vulvodinia viene proposta per ricercare un rilassamento fisico e mentale, ad esempio può essere assunta prima del rapporto con il partner per produrre un rilassamento della muscolatura ed alleggerire la tensione inevitabilmente legata alla consapevolezza del poter provare dolore. Quotidianamente un preparato orale/inalatorio a base di THC e CBD può aiutare nel controllo del dolore, soprattutto sulla componente neuropatica, mentre i preparati topici lenire i sintomi locali che spesso rendono difficoltoso anche indossare la biancheria intima. Queste strategie terapeutiche, unite ad un controllo sullo stile di vita e del benessere psicofisico, possono raggiungere ottimi risultati, con una risposta che varia da paziente a paziente.

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