La cannabis FM2 è una qualità di marijuana medica prodotta in Italia a partire dal 2016 e prescrivibile da qualsiasi medico abilitato e iscritto all’Ordine, con ricetta galenico magistrale. Il paziente che ne ha bisogno può poi recarsi in farmacia con la prescrizione, dove ritirerà il prodotto.

Le caratteristiche della cannabis FM2

La qualità FM2 è costituita da una percentuale bilanciata dei due cannabinoidi principali presenti nella pianta, il THC e il CBD, il che la rende simile alla varietà Bediol. Il contenuto dei due principi attivi corrisponde, infatti, a una percentuale che oscilla tra il 5 e l’8% per il THC e tra il 7,5 e il 12% per il CBD.

La cannabis FM2 si presenta come una polvere granulare, che viene ricavata dalle infiorescenze della pianta essiccate e triturate. Il processo di produzione prevede la coltivazione delle piante in serre sterili, senza l’uso di pesticidi, l’essicazione delle infiorescenze e la loro macinazione. Quest’ultimo è un procedimento controllato, di modo da garantire l’omogeneità del contenuto dei principi attivi in tutta la quantità di prodotto. Poi la polvere ottenuta viene raccolta in barattoli da 5 grammi e, dopo varie analisi per il controllo della qualità, viene spedita alle farmacie e agli ospedali che ne fanno richiesta.

La produzione

Questa varietà di cannabis viene prodotta direttamente in Italia a partire dal 2016, quando il Ministero della Salute, in collaborazione col Ministero della Difesa, ha avviato il progetto che prevede la presa in carico della produzione dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. Il nome di questa qualità di cannabis indica, infatti, lo stabilimento Farmaceutico Militare (FM) e la presenza dei due principali cannabinoidi all’interno del prodotto (2). In una nota del 2016, il Ministero della Salute ha annunciato l’inizio della commercializzazione della Cannabis FM2, in attuazione del “Progetto Pilota per la produzione nazionale di sostanze e preparazioni di origine vegetale a base di cannabis”.

Quando è possibile usare la cannabis FM2 in Italia?

In Italia, la cannabis terapeutica può essere utilizzata, non come unica terapia, per il trattamento di determinati sintomi, in supporto ai trattamenti standard, quando questi non hanno prodotto gli effetti desiderati. Nello specifico, la cannabis ad uso medico può riguardare:

  • L’analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore, come la sclerosi multipla o le lesioni del midollo spinale;
  • L’analgesia nel dolore cronico;
  • Il trattamento di nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia e terapie per l’HIV;
  • L’effetto stimolante dell’appetito in caso di cachessia, anoressia o perdita di appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS;
  • Il trattamento del glaucoma;
  • La riduzione di movimenti involontari nella sindrome di Gilles de la Tourette.

Uno degli usi più studiati della cannabis terapeutica è il trattamento del dolore cronico. In uno studio osservazionale del 2018 condotto in Italia, sono stati reclutati 116 pazienti affetti da varie forme di dolore cronico, suddivisi in due gruppi: al primo, composto da 57 soggetti, è stata somministrata la Cannabis Flos (Bediol), mentre al secondo, composto da 59 soggetti, la Cannabis FM2.

La valutazione dei ricercatori italiani è durata sei mesi, durante i quali è stata osservata in entrambi i gruppi “una riduzione dell’intensità del dolore”. Il gruppo trattato con Cannabis FM2 ha rivelato un effetto migliore sul dolore neuropatico cronico, perché i pazienti hanno fatto riferimento meno frequentemente ai farmaci analgesici tradizionali, rispetto a quelli trattati con Cannabis Flos. Quindi, sottolineavano i ricercatori, “è possibile ipotizzare che, se da un punto di vista quantitativo non ci sono differenze sul dolore neuropatico cronico, differenze sono presenti da un punto di vista qualitativo: nonostante la stessa varianza nella riduzione del dolore, i soggetti del gruppo Cannabis FM2 tollerano minori effetti collaterali e hanno bisogno di meno per fare uso del farmaco analgesico tradizionale”.

Le controindicazioni

Secondo il documento del 2014 che riporta le Raccomandazioni per il medico prescrittore di sostanza vegetale cannabis FM2 infiorescenze, le principali controindicazioni all’utilizzo della cannabis terapeutica riguardano:

  • Adolescenti e giovani adulti a causa di possibili alterazioni mentali;
  • Persone con gravi disturbi cardio-polmonari, dato che l’uso di cannabis può provocare ipotensione, ipertensione e tachicardia;
  • Persone con grave insufficienza epatica, renale o con epatite C;
  • Persone che soffrono di disturbi psichiatrici;
  • Persone con una storia di tossicodipendenza;
  • Donne in gravidanza o in allattamento.

L’uso della cannabis terapeutica potrebbe anche causare alcuni effetti collateraliche, però, nella maggior parte dei casi si risolvono da soli nel giro di qualche ora e possono essere evitati con alcuni accorgimenti. Tra i più comuni, ci sono alterazioni dell’umore, insonnia, tachicardia, crisi di ansia e reazioni psicotiche.