La sclerosi multipla (SM) - nota anche come sclerosi a placche, sclerosi disseminata o polisclerosi - è una malattia che colpisce il sistema nervoso centrale. Il disturbo è da imputare a una reazione anomala delle cellule del sistema immunitario, che attaccano alcune parti del SNC, identificandole alla pari di agenti esterni: per questo motivo, è considerata una malattia autoimmune.
L’azione del sistema immunitario porta al deterioramento della guaina mielinica che ricopre gli assoni: questi sono delle lunghe fibre che trasportano i segnali elettrici alle cellule. La guaina mielinica ha un ruolo importante nella trasmissione degli impulsi nervosi; nella SM questo tipo di trasmissione viene compromesso. Nel tempo, la reazione autoimmune causa lesioni e favorisce cicatrici - ovvero le sclerosi - sulla sostanza bianca del midollo spinale, del cervello e dei nervi ottici. Il processo infiammatorio può colpire anche le cellule specializzate nella produzione della mielina, gli oligodendrociti, oltre che le fibre nervose stesse: questa condizione è nota come demielinizzazione.
La malattia è cronica e non vi è ancora una cura precisa, ma solo terapie atte a rallentarne il decorso clinico. Nonostante gli studi in merito abbiano individuato i segni distintivi della malattia, a oggi non è ancora chiaro cosa ne provochi effettivamente la comparsa. I ricercatori sostengono che la sclerosi multipla sia causata da una combinazione di fattori di genetici, ambientali e infettivi. La patologia è infatti considerata multifattoriale: ad esempio, in alcune aree del mondo la diffusione risulta correlata con una scarsa esposizione alla luce solare e alla vitamina D. La carenza di questo elemento sembra incidere in modo rilevante come fattore di rischio e, come è noto, la sua produzione è legata proprio all’esposizione solare.
Sebbene la malattia non sia prettamente ereditaria e non venga trasmessa dai genitori ai figli, vi è comunque una predisposizione leggermente maggiore tra i membri dello stesso nucleo, con un tasso di ricorrenza familiare pari al 20%. Inoltre, esiste una correlazione tra la possibilità di sviluppare la SM e l’appartenenza a determinati gruppi etnici. Gli agenti infettivi come virus e batteri possono scatenare il disturbo, in particolare quello della mononucleosi (Epstein-Barr), in tandem con altri fattori. Non ultimo il fumo, che pare possa rappresentare un elemento scatenante.
Cosa comporta?
La sclerosi multipla si manifesta attraverso una serie di sintomi, che variano in base alla collocazione delle lesioni sul Sistema Nervoso Centrale. Tra i più comuni vi è uno stato di affaticamento anche in assenza di sforzi, seguito da un abbassamento della vista, frequentemente con un calo rapido e veloce focalizzato su un unico occhio. La visione appare sdoppiata e gli occhi potrebbero oscillare. Spesso il sintomo di esordio della patologia è la neurite ottica.
Il corpo appare intorpidito con formicolio e assenza di sensibilità al tocco, nonché della percezione del caldo e del freddo. La condizione può investire braccia, gambe, tronco o anche il volto, con una forte debolezza muscolare. In molti casi i sintomi si manifestano insieme o singolarmente, in concomitanza con altri segnali quali disturbi vescicali e intestinali, difficoltà cognitive legate alla concentrazione, dolore, spasmi muscolari e problemi nella coordinazione. Oltre a disturbi di tipo sessuale, del linguaggio e depressione.
Un valido supporto arriva dalla cannabis terapeutica
Tra le strategie terapeutiche riconosciute per il trattamento della Sclerosi Multipla è stata compresa anche la terapia con cannabis terapeutica. In particolare, i neurologi hanno a disposizione il Sativex, un preparato spray oromucosale con rapporto THC:CBD di 1:1, che può essere prescritto, appunto, solo dai neurologi.
L’utilizzo dei cannabinoidi in tutte le forme medicali - quindi anche in olio e in infiorescenza - può apportare dei benefici clinici agendo sui dolori, sugli spasmi muscolari e la rigidità, sull’umore e sulla qualità del sonno. Si possono individuare diverse strategie terapeutiche, decise insieme al paziente, che prevedano di utilizzare i principi attivi a disposizione nelle quantità e nelle modalità di somministrazione più adatte al quadro clinico di partenza e alle esigenze del paziente stesso.